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libro iv. capo liii. 263

loquio nel dimani, ed avendo Grimoaldo, dopo il saluto, abbracciato Godeberto, sentì la lorica che l’altro aveva sotto le vestimenta. Onde detto fatto sguainò la spada e l’uccise; ed occupato il regno e tutto lo stato, immediatamente se ne fece signore. Aveva Godeberto un figliuolo in fascie di nome Reginberto, il quale fu trafugato da’ suoi fedeli, e occultamente allevato. Grimoaldo però non si curò di perseguitarlo, perchè era ancor pargoletto. Ma udito questo Bertarido, il quale regnava a Milano, con quanta rapidità più poté si diede alla fuga, e si salvò presso Cacano re degli Avari, lasciando la moglie Rodelinda e un figliuolino detto Cuniberto, i quali entrambi da Grimoaldo confinati furono a Benevento. Ora, consumati tali misfatti, Garibaldo, per la cui suggestione e raggiro era tutto successo, e che non solamente ciò aveva operato, ma inoltre nella sua legazione aveasi appropriati parte di quei doni che dovea portare a Benevento, non potè però dopo cotante scelleratezze commesse, lungamente goderne il frutto. Eravi certo omiciattolo oriundo della stessa famiglia di Godeberto nella città di Torino; e sapendo questi, che il duca Garibaldo sarebbe venuto nel santo giorno di