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libro iv. capo liii. 261

sciatore stesso fraudolentemente contro il suo signore operando, consigliò Grimoaldo, che traendo partito dalla maturità de’ suoi anni, e dalla sua prudenza e valore, venisse ad impossessarsi per se stesso del regno, il quale dalla discordia dei due giovani fratelli trovavasi travagliato. Intese queste cose, Grimoaldo subito rivolse l’animo all’acquisto del regno de’ Langobardi, onde istituito duca di Benevento suo figliuolo Romualdo, con una scelta mano di armati s’avviò verso Ticino; e in tutte le città per dove passò si fece gran numero di amici e di aderenti all’impresa. Mandò poi Trasemondo, conte di Capoa, per la via di Spoleto e Toscana, acciocchè in quei paesi tirasse i Langobardi nella sua colleganza. Il quale avendo tutti questi comandamenti bravamente eseguiti, gli andò incontro per istrada con molti ausiliarj verso l’Emilia 1. Per la qual cosa Grimoaldo, giunto presso Piacenza con un grosso esercito, mandò innanzi a Ticino Garibaldo, già legato di Godeberto, affinché portasse la nuova allo stesso della sua venuta. Giunto dunque costui a Gundeberto gli annunziò il prossimo arrivo di Grimoaldo. E

  1. Altri Æmiliam viam.