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libro iv. capo li. 257

clio in Costantinopoli1 entrò nei diritti del regno Eracleone con sua madre Martina. Il qual Eracleone partito da questo mondo, gli successe Costantino suo fratello, altro figlio d’Eraclio, che imperò solamente sei mesi. E morto pure costui, Costantino figliuolo dello stesso ascese alla dignità imperiale, e tenne il dominio per lo spazio di anni ventotto2.

  1. Le virtù d’Eraclio furono come striscie di luce fra le ombre de’ secoli del medio evo. Vinse gli Unni, sconfisse in parecchie battaglie i Persiani, arse la loro reggia, conquistò gran parte del loro impero: ma i suoi trionfi, che in altri tempi lo avrebbero collocato a canto di Alessandro e di Cesare, per le avverse circostanze di quella età, si rinchiusero con esso lui nel sepolcro. L’impostor della Mecca comparso sventuratamente ai giorni d’Eraclio, fra mille disastri e rovescj seppe pur soffiare con tanta veemenza nelle passioni di un popolo ignorante e superstizioso, che per lui piantossi una nuova Era foriera del cangiamento politico e religioso di tutto l’oriente. Questo lagrimevol pensiero cotanto sconvolse l’animo d’Eraclio, che s’ingenerò una infermità nel suo corpo, che lo condusse a morir nel dolore. Stendiamo un velo sulle fralezze della vita e sugli errori ai quali può aver partecipato lo spirito di questo eroe: ricordiamo soltanto che Eraclio ridonò a Gerusalemme il vero vessillo del Salvatore, e che il suo nome è associato ad una delle feste più care al cuor de’ cristiani: l’Esaltazion della Croce.
  2. Nota il Pagi, che Eraclio morì nell’anno 641; ciò che altera non poco la Cronologia di Paolo. È anche da osservarsi che ad Eraclio non successe Eracleone, ma Costantino; il quale dopo cento e tre giorni, o per malattia o per veleno preparato da Pir-