Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/270


255


CAPO L.

Della morte del re Radoaldo, e del regno di Ariperto.

Radoaldo poi (a quello che si racconta) avendo stuprato la moglie di un certo Lan-

    fa dunque, che io possa teco dormir nel tuo letto. Ma la regina virtuosamente respinse una tale proposta, e accesa di fiero dispetto, sputò a colui nella faccia. Allora Adaulfo, vedendosi in pericolo della vita, corse tosto presso al re Caroaldo, chiedendo gli concedesse un segreto colloquio. Il che ottenuto, gli favellò in questa guisa: La mia padrona e regina tua Gundiberga ebbe un occulto abboccamento di tre giorni continui col duca Tasone, ove macchinò di darti a bere il veleno, e poi di prender lui per marito, e farlo seder nel tuo regno. Il re Caroaldo, prestando fede a sì fatte menzogne, senza più pensare, confinò la regina in una torre del castello chiamato Lomello. Ma il re Clotario mandò ambasciadori a Caroaldo, interrogandolo per qual cagione egli avesse la regina Gundiberga madre de’ Franchi umiliata a segno di cacciarla in prigione. Alla quale interrogazione Caroaldo rispose adducendo in sua discolpa le menzogne, ch’egli a guisa di altrettante verità aveasi credute. Allora uno dei legati, di nome Ansoaldo, non per altrui consiglio, ma di proprio moto disse a Caroaldo: Tu puoi facilmente conoscere il vero. Ordina a quell’uomo, che accusò la tua donna, di armarsi, e venga pure un altro armato da parte della regina Gundiberga; poscia ambidue a singolar tenzone s’affrontino, affinchè per giudizio di Dio dalla sorte de’ due combattenti si rico-