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libro iv. capo xlix. 253

zione di quanto la regina sua madre avea fatto in Modicia, edificò anch’essa nella città Ticinense una basilica in onore di s. Giovanni Battista; e la decorò mirabilmente d’oro, d’argento e di preziosissimi addobbi, e ottimamente l’arricchì d’ogni cosa. Essendo costei stata accusata di adulterio presso il marito, un servo della medesima chiamato Carello, chiese in grazia al re di combattere in duello per la pudicizia della propria padrona con l’indegno, che avea macchiato la regina di questo peccato1. Il qual servo es-

  1. Quantunque i critici neghino che Gundiberga sia stata moglie di Rodoaldo, ed affermino che abbia prima sposato Arioaldo, e poi Rotari, tuttavia non è da mettersi in dubbio la sua avventura; anzi su di essa sono da farsi le seguenti osservazioni:
    Antichissimo era l’uso del duello presso i Barbari, anzi antico quanto il paese d’onde essi partirono. A gente che andava armata anco alla mensa, era naturale lo sbrigare le controversie da se, senza aspettare l’altrui giudizio. L’Eineccio e il Montesquieu riconoscono l’uso del duello presso gli antichi Germani da un luogo di Vellejo di Patercolo (lib. II. cap. 118.), ove dice che quella gente si maravigliava, quod Romani injurias justitia finirent, et solita armis discerni; jure terminarentur. Ma dall’altro canto è pure osservabile, che l’esempio del diritto Romano non sia stato accettato nelle leggi scritte di Rotari, e siasi invece soltanto ridotto il duello a certe forme particolari. Appunto il caso di Gundeberga è in conformità d’una legge dello stesso Rotari, in cui si regola la pugna giudiziaria detta per campionem (Leg.