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246 | dei fatti de’ langobardi |
suo battisterio, mentre un altro vescovo alla chiesa cattolica presiedeva. Il quale vescovo Arriano però (che fu nella stessa città) di nome Anastasio, convertitosi alla fede cattolica, governò poscia la chiesa di Cristo. Il detto Rotari re, compose coll’ordine della scrittura le leggi dei Langobardi, che fino allora essi aveano soltanto nella memoria e nell’uso1; e comandò che quel codice fosse chiamato Editto2. Volgeva allora l’anno settantesimo settimo, dacchè i Langobardi erano venuti in Italia, come lo stesso re fa fede nel prologo del suo Editto3.
CAPO XLV.
Della morte di Arichi duca di Benevento, e del ducato di Ajone.
A questo re, Arichi duca di Benevento mandò il suo figliuolo Ajone: il quale es-
- ↑ Lo stesso Rotari nella perorazione delle leggi Longobarde: Inquirentes et rememorantes antiquas leges patrum nostrorum.
- ↑ Intorno allo spirito di queste leggi, lodate dal Montesquieu come assai giudiziose (esprit des Loix lib. 28. art. 1.) si troverà una breve digressione alla fine di questa storia.
- ↑ Nell’editto: post adventum in provinciam Italiae Langobardorum, ex quo Alboin tunc temporis