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CAPO XLIV.
Della morte di Arioaldo, e del regno di Rotari.
Adunque Arioaldo, dopo ch’ebbe regnato dodici anni sopra i Langobardi,[A. D. 636.] fu tolto da questa vita: e allora fu assunto al regno Rotari di prosapia Arodo1. Era costui forte della persona, e camminava sul sentiero della giustizia, ma però non seguiva la retta linea della fede cristiana, per essere macchiato dalla perfidia della Arriana eresia: stantechè gli Arriani per loro dannazione affermano, che il Figliuolo è minore del Padre, e lo Spirito Santo minore del Padre e del Figlio. Ma noi cattolici confessiamo, che il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo sono un Dio solo in tre persone, eguali di possanza e di gloria. Ai tempi di Rotari quasi per tutte le città del suo regno v’erano due vescovi, l’uno Cattolico, e l’altro Arriano. Ed anco nella città Ticinese fino al dì d’oggi si mostra dove il vescovo Arriano residente nella basilica di s. Eusebio ebbe il
- ↑ Così chiamasi lo stesso re nel proemio delle sue leggi: Ego in Dei nomine, qui dicor Rothar Rex filius Nandigild ex genere Arodus.