Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/258


libro iv. capo xlii. 243

che Gondualdo fratello della regina Teodelinda, il quale era duca della città di Asti, senza che alcuno abbia saputo l’autore della sua morte, perì trafitto da una freccia1.


CAPO XLIII.

Della morte di Agilulfo, e della successione di Adaloaldo, e di Arialdo.

Il re Agilulfo, detto anche Agone,[A. D. 615.] poi ch’ebbe regnato venticinque anni finì di vivere2, lasciando nel regno suo figliuolo3 Adaloaldo, ancor giovinetto, insieme con Teodelinda sua madre. Sotto di essi furono ristaurate le chiese, e furono fatte molte do-

  1. Paolo protesta d’ignorare la cagione della morte di Gondoaldo, mentre Fredegario la vuole operata da Teodelinda per gelosia, che il suo fratello fosse troppo amato dai Longobardi. I più sani critici stanno col nostro Storico, e solo acconsentono che se Teodelinda lo fece morire, per altro non fu, se non perchè costui covava in animo di ribellare, e d’impossessarsi del regno.
  2. Agilulfo fu uomo di grande valore in guerra, ma nelle cose interne del regno lasciò i primi onori alla moglie, come quegli che regnava per opera di lei medesima: donna di vasti concetti, alla quale si deve la primaria splendidezza della corte dei Longobardi.
  3. Nato Adaloaldo nel 603., contava allora tredici anni.