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libro iv. capo xxxii. | 221 |
tra un’orrendo macellamento. E in Ticino nella Basilica di s. Pietro Apostolo, Pietro cantore fu colpito da un fulmine.
CAPO XXXIII.
Della pace con Smaragdo patrizio, e della presa delle città della Tuscia.
Alla fine nel seguente mese di novembre,[A. D. 605.] il re Agilulfo fece pace per un anno con Smaragdo patrizio, ricevendo dai Romani dodicimila soldi d’oro. Allora pure le città della Tuscia, cioè Bagnoreale1, ed Orvieto2 furono assalite dai Langobardi. Parimente in quell’anno nei mesi di aprile e di maggio apparve in cielo la stella chiamata cometa. Indi il re Agilulfo conchiuse una pace d’anni tre coi Romani.[A. D. 606.]
- ↑ L’originale Balneum regis. Secondo il Beretti (ibid. pag. 211.) questo luogo fu così chiamato da un re Goto, e probabilmente da Teodorico, che ivi eresse un bagno per proprio uso. Anticamente chiamavasi Roda; e da Plinio Novempagi. Ora chiamasi Bagnarea, ed è situato sei miglia distante da Orvieto verso mezzogiorno, e tredici da Viterbo verso settentrione.
- ↑ L’originale Urbs vetus; città non conosciuta sotto questo nome dagli antichi Romani, come osserva il Muratori (ibid. pag. 17.).