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libro iv. capo xxx. 217

di Foca; correndo l’ottava indizione1: in luogo del quale fu ordinato Sabiniano alla dignità dell’apostolato. E fu allora un freddissimo verno, talchè quasi da per tutto moriron le viti: e le messi pure parte guastate dai topi, e parte dalla nebbia2 appassite, fallirono. E dritto era in vero, che il mondo dovesse patire di fame e di sete, mentre alla mancanza di sì grande dottore, la penuria dello spirituale alimento, e l’aridità della sete penetrò nelle anime umane. Ora piacemi d’inserire in questo libretto alcuni tratti di una certa epistola, che si trova negli scritti del detto beato Gregorio papa, affinchè si possa più chia-

  1. Non bene si lega il secondo anno del regno di Foca, sotto l’indizione ottava, colla morte del beato Gregorio. Foca fu proclamato imperatore il 23. Novembre dell’anno 602. All’incontro il beato Gregorio morì e fu sepolto nella basilica di s. Pietro il dì 12. Marzo dell’anno 604.; onde compiendosi il secondo anno del regno di Foca nel mese di Novembre, correva bensì l’ottava indizione; ma non corrispondente all’anno della morte del detto pontefice (Scriptor. Rerum Italic. ibid. p. 462.).
  2. L’originale uredine percussae. Il Muratori negli Annali (tom. 4. p. 14.) dice che fu prodotto questo danno dal vento brucione. Quanto alla detta carestia egli osserva, che dovrebbe segnarsi sotto l’anno 605., essendo che il primo inverno dopo la morte di Gregorio cadde sotto il pontificato di Sabiniano.