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libro iv. capo xxiii. | 207 |
dici miglia da Milano1, e la decorò di
- ↑ Ora dicesi Monza questo luogo, che antica-
tutti i Longobardi Italiani: e perchè lo stesso san Giovanni sia per noi intercessore presso il nostro Signore Gesù Cristo, noi unanimamente a lui promettiamo di trasmetter con onorificenza ogni anno il dì ventiquattro giugno all’oracolo suo porzione delle nostre facoltà, acciocchè per intercessione di lui possiamo ottenere la protezione di nostro Signor Gesù Cristo tanto in guerra, quanto in tutti gli altri luoghi, ove saremo noi per andare. Fino a da questo giorno adunque in tutti i loro atti cominciarono ad invocare s. Giovanni, che gli ajutasse, in virtù di Gesù Cristo nostro Signore; ed eglino tutti rimanevano illesi, e vincitori dei loro nemici. Quel luogo posto dodici miglia sopra Milano, dalla regina fu dedicato e mirabilmente decorato di molti addobbi d’oro e d’argento, ed arricchito d’entrate, aggiungendo al medesimo molte famiglie e molti poderi in onore di s. Giovanni Battista. Diciamo ora del tenore della scrittura di Teodelinda regina. La gloriosissima regina Teodelinda, insieme col suo figliuolo Adalwaldo re offre a san Giovanni suo avvocato del dono di Dio, e delle doti, la carta della sua donazione, che ella fece scrivere in presenza de’ suoi. Se alcuno in qualsiasi tempo guasterà questa testimonianza della sua volontà, sia condannato del giorno dell’estremo giudizio con Giuda traditore. Tale poi fu la sua ordinazione: Niuno ardisca mai d’intromettersi nelle cose di san Giovanni, se non che i sacerdoti, i quali servono giorno e notte: come famigli le fantesche, quelli che ivi sono soggetti, devono vivere tutti in comune.» Per non alterare il senso di tutte queste formule mi sono adattato a tradurre letteralmente la soprascritta barbarissima leggenda.