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CAPO XVIII.

Del sacco del monastero di s. Benedetto fatto dai Langobardi.

Intorno a questi tempi il monastero di s. Benedetto, situato sul monte Casino, fu assalito dai Langobardi; i quali predandovi tutte le cose, non poterono però cogliere nè pur uno de’ monaci; affinchè s’adempisse la profezia fatta molto prima dal venerabile padre Benedetto, nella quale così si espresse: Appena io ho potuto ottenere da Dio, che in questo luogo mi si lasciassero le anime. I monaci fuggiaschi da quel cenobio si ricoverarono a Roma, portando seco loro il codice della santa regola, composta dal predetto padre, con certi altri scritti, come pure una libbra di pane, e una misura di vino1, e tutte quelle masserizie che poteron sottrarre. Per altro al beato Benedetto successe Costantino a governare la

    degl’Iconoclasti, e di tutti coloro che staccando troppo la religione dall’uomo, spingono la mente a contemplazioni ideali, ed affatto estranee all’ordine maraviglioso e sensibile del creato.

  1. Nella regola di s. Benedetto cap. 39. e 40. questa misura si chiama Emina.