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dei fatti de’ langobardi |
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recchie altre1. Della qual cosa come fu fatto consapevole il re Agilulfo, partito immediatamente da Ticino con un poderoso esercito, andò addosso alla città di Perugia, ed ivi per alcuni giorni assediò Maurisione duca de’ Langobardi, che s’avea gittato alle parti Romane, e, presolo, in breve tempo gli tolse la vita. All’avvicinarsi di questo re il beato Gregorio fu assalito da tanto terrore, che si fermò dallo spiegare il libro di Ezechiello, in cui si parla del tempio, siccome egli stesso racconta nelle sue omelie2. Ma ricomposti gli affari, il re Agilulfo se ne tornò a Ticino, dove non molto tempo dappoi, per insinuazione della regina
- ↑ Tornando da Roma dalla parte del nord-ovest prima trovasi Sutrio (ora Sutri), poco dopo volgendo a grado a grado al nord-est Polimarzio (Bonmarzo), poi Tuderto (Todi), indi Orta (Orti), che è l’Hortanum di Plinio, e intorno alle antichità della quale scrisse il celebre Friulano Fontanini; più innanzi v’è Ameria (Amelia) posta in un angolo occidentale dell’Umbria; Perusia (Perugia) verso il lago Trasimeno, e Luceoli castello al nord-ovest di Camerino, nella Pentapoli mediterranea. Sopra tutte queste città vedi la più volte citata Tavola del Beretti.
- ↑ Così si legge nell’ultima omelia del libro 2.: Non mi condanni alcuno, se dopo questo sermone io tacerò; perchè come tutti avete veduto, le nostre tribolazioni s’accrebbero. Noi siamo dovunque circondati dal ferro nemico, paventiamo l’immi-