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inferiore. Adunque da questa popolosa Germania spesso trascinate innumerabili torme di schiavi si vendono a contante quà e là ai popoli meridionali1, e molte genti pur dalla
- ↑ Secondo Tacito (ibid. 24) i Germani vendevano quegli schiavi che dopo aver perduta ogni cosa nei loro giuochi, giuocavano sè medesimi. Il vinto assumeva volontariamente la schiavitù, e benchè più giovane e più forte dell’avversario, si lasciava legare e vendere; la qual vendita faceva il vincitore a’ trafficanti per torsi il rossore di tale vittoria. Servos conditionis hujus per commercia tradunt, ut se quoque pudore victoriae exsolvant. Più tardi si vendevano i servi anco di altra condizione cioè quelli che, a differenza dei servi romani, governavano il proprio podere e la propria casa: suam quisque sedem, suos penates regit (ibid. 25). Ma la vendita di questi servi addetti alla gleba (adscriptitii) unitamente alle loro mogli e figliuoli (almeno dopo l’introduzione del cristianesimo) si faceva dentro della Provincia, e a patto che i compratori non fossero Giudei, nè Pagani (Eineccio Antiq. Germ. Jurispr. II. c. 9. parag. 1-13). Quali erano dunque le innumerabili torme di schiavi, di cui parla il Diacono, e che si vendevano ai popoli meridionali? Ciò non può riferirsi che a quei primi mentovati da Tacito.
tovato da Tacito (loc. cit.); Tuistonem Deum terra editum, et filium Mannum, originem gentis conditoresque. Ger Mannus non potrebbe significare guerriero di Manno? Se non che più naturale di tutte sembra le derivazione che si ritrae dal discorso di Paolo Diacono: cioè che Germania sia stata detta dal germinare con qualche alterazione di lettera; vale a dire germinatrice di uomini. Ma conviene arrestarsi, perchè il paese delle etimologie confina con quello dei sogni.