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168 | dei fatti de’ langobardi |
detto Childeberto senza indugio mandò di bel nuovo in Italia un esercito di Franchi, con venti comandanti, a sterminare la gente de’ Langobardi. Di questi comandanti i più segnalati furono, Andualdo, Olone, e Cedino. Ma Olone essendosi temerariamente1 approssimato al castello di Bilitone2, ferito da un dardo al di sotto di una mammella, morì. Gli altri Franchi poi scorrendo qua e là per predare erano in ogni luogo dai Langobardi, che da tutte le parti loro piombavano adosso, distrutti. Se non che Andualdo, con sei capitani de’ Franchi, volgendosi verso la città de’ Mediolanensi, piantò in alquanta distanza3, in un luogo campestre, gli alloggiamenti. In questo luo-
- ↑ Il testo importune.
- ↑ Del castello di Bilitone scrive il Claverio (Ital. antiqua lib. 1. cap. 14.) essere quel medesimo, che è situato alle radici dell’alpi Retiche sopra il lago Verbano (che volgarmente dagli abitatori dicesi Lago maggiore); e che con vocabolo un poco più alterato ora chiamasi Belizona e Belinzona. Poichè il suono della voce lo indica, si deve ritenere la nostra lezione Bilitonis, in confronto dell’altra Libitionis.
- ↑ Il nostro testo emiņus: altri omnes.
tore lagnandosi della violazione del diritto delle genti e dei trattati di pace; onde per questo motivo Maurizio promise a Childeberto di vendicare la morte de’ suoi legati (Ved. Murat. Rer. Italic. l 1. pag. 450.).