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curato di adattarmi possibilmente al tenore della lingua italiana nella sua prima semplicità. Paolo Diacono, benchè vissuto in tempi, ne’ quali egli era quasi il solo che avesse familiarità colle lettere, ha nondimeno uno scrivere che non è privo di eleganza, come latino; e dall’altro canto ha molto dell’andamento dell’antico italiano. Onde io nel convertirlo nel nostro idioma ho creduto ben fatto di attenermi fedelmente alla natura dell’espressione; schivando per quanto ho potuto la servile pedanteria delle parole antiquate ed oscure, perchè, secondo il mio parere, la chiarezza è la primaria qualità dello stile. Nei nomi proprj particolarmente delle città, ho servito molto all’originale per far osservare con l’opportuna corrispondenza de’ nomi notati a piè di pagina, e che sono oggi in uso, le alterazioni a cui andarono soggette queste voci nel passaggio da una ad un’altra lingua.
Or dirò dello stile delle annota-