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64 | Storia dei Mille narrata ai giovinetti |
e morì magnifico fin nella caduta; essi combatterono fin che furono tutti morti o feriti o ridotti a non poter più. Elia Marchetti si trascinò ferito a morte fin nel territorio austriaco; dove un austriaco capitano, ammirandolo se lo raccolse in casa e ve lo tenne con religione a morire. Quelli che sopravvissero furono mandati in Siberia. Nelle miniere di Iskutz logorarono la vita sette anni, invidiando i morti, e parecchi vi morirono. Quelli che erano scampati alla strage e alla cattura, camminando come belve, valicando montagne, passando fiumi, vennero dietro il sole a cercare la patria. E per le terre dell’Austria vi giunsero. Ma non si erano ancora riposati di tanta via, che scoppiò la guerra del 1866. Allora tutti tornarono in campo, e Giuseppe Dilani detto Farfarello, umile operaio, andava a farsi uccidere dagli Austriaci, nelle terre trentine nostre a Monte Suello, vecchio nei patimenti a ventisette anni.
E Luigi Perla, con quel suo visetto arguto? Oh! egli andò nel 1870 a morire a Digione per la repubblica, alla testa d'un battaglione che gli fu affidato. La Francia riconoscente lo fregiò, morto, della Legion d’onore; ma già egli era compensato nell’aver potuto morire per quel nome di repubblica, che alla sua mente semplice pareva realtà di tutte le belle cose sognate.
Quei bergamaschi fecero scuola. Così, come alcuni in Polonia e come il Perla in Francia, ultimo alunno di quell’antica compagnia, figlio d’uno di quei bergamaschi, Ettore Panzeri ufficiale degli Alpini nell’esercito della nuova Italia, andava a morir giovinetto per la Grecia a Domokos nel 1897, bella favilla dell’antico fuoco garibaldino, che ridiede dopo tanti anni quella tardiva vampata.