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56 | Storia dei Mille narrata ai giovinetti |
naio di uomini di tutte le terre italiane, vi si sentivano tutte le nostre parlate, vi si vedevano delle teste di tutte le tinte, e di grigie e di bianche parecchie. Mesto a pensarsi, vi si trovavano parecchi trentini tra i quali Giuseppe Fontana, Attilio Zanoli, Camillo Zancani, che morirono poi vecchi, senza la gioia di aver visto libera la loro bella terra di Trento.
Ma ecco alla sesta il più bello degli otto capitani. Era un biondo di trentatrè anni, alto, snello, elegante. Si sarebbe detto che se avesse voluto volare, subito gli si sarebbero aperte al dorso due ali di cherubino. Parlava un bell’italiano con leggero accento meridionale, gestiva sobrio e grazioso come un parigino; nel portamento pareva un soldato di mestiere, negli atti e nei discorsi un Creso vissuto tra le delizie dell’arte, in qualche gran palazzo da Mecenate. Si chiamava Giacinto Carini, nome di borghesi e nome anche di principi siciliani, che a lui, già nobilissimo della persona, dava un’aria alta e singolarmente aristocratica. In lui v’era il generale che sei anni dopo avrebbe comandata una brigata italiana all’attacco di Borgoforte. E da lui fu detto un giorno che se alla morte di Pio IX fosse venuto, come venne, al seggio di San Pietro il Vescovo di Perugia, ch’ei ben conosceva, l’Italia avrebbe avuto il Papa italiano iniziatore di quella vita che poi non ebbe.