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28 | Storia dei Mille narrata ai giovinetti |
si pigliarono su una parte dei Mille, che stava alla foce del Bisagno. Ivi erano avvenute delle scene pietose di questa sorte. Tra quei giovani c’era un Luzzatto da Udine, cui fu detto che tra la folla si aggirava la madre sua, venuta così da lontano a cercarlo. Voleva benedirlo o tirarselo via da quel cimento? Il giovanetto le si fece incontro, e le andò tra le braccia; ma la sua prima parola fu di pregarla a non gli dir di tornarsene, perchè a lui sarebbe stato mortale il dolore di partir lo stesso dopo averla disubbidita. Altri padri, madri sorelle andavano tra quei gruppi, pregando, scongiurando, incuorando, e alla fine dando il bacio quasi della morte; e quando i due vapori apparvero e accolsero quei giovani, chi aveva assistito a quelle scene dovè tornarsene nella città col cuore quasi sollevato.
Uguali cose avvenivano a Quarto. Là verso le dieci c’era folla anche più fitta che alla foce. Tutta la via che si svolge intorno a quel piccolo seno di acque era stipata. Nella villa Spinola entravano, dalla villa uscivano frettolosi l'uno dopo l’altro incessanti messaggeri; a ogni momento si faceva tra la folla un gran silenzio, si udiva dire: «Eccolo!» No, non era ancora Garibaldi. Poi la folla fece un’ultima volta largo più agitata, tacquero tutti: finalmente era Lui!
Garibaldi attraversò la strada seguìto da Türr e da Sirtori, allora già colonnelli, e per un vano del muricciolo rimpetto al cancello della Villa, discese franco giù per gli scogli. E cominciarono i commiati. Tra gli altri bello e forte è narrare quello di uno Stefano Dapino cui suo padre, vecchio amico di Mazzini e dei fratelli Ruffini, aveva accompagnato fino a quel passo. Quel padre