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20 Storia dei Mille narrata ai giovinetti

esser divisa in due stati potenti, l’uno del Settentrione l’altro del Mezzogiorno: che Egli pel bene suo lo consigliava di abbandonare la via fino allora tenuta: e che se ripudiasse il consiglio, presto egli, Vittorio Emanuele, sarebbe posto nella terribile alternativa o di mettere a pericolo gli interessi più urgenti della stessa sua propria dinastia, o di essere il principale strumento della rovina di lui. Qualche mese che passasse ancora senza che egli si attenesse all’amichevole suggerimento, egli, il Re di Napoli, sperimenterebbe l’amarezza delle terribili parole: Troppo tardi1

E scritto così, Vittorio Emanuele partì lo stesso giorno 15 aprile pel suo viaggio trionfale in Toscana e nell’Emilia, dove andava per la prima volta da Re.



La sera di quel 15 aprile Garibaldi si presentò improvviso alla Villa Spinola nel territorio di Quarto, allora ignoto borgo poco discosto da Genova, sulla riviera orientale. In quella villa se ne stava Augusto Vecchi esule Ascolano, suo antico ufficiale di dieci anni avanti, alla difesa di Roma.

— Buona sera, Vecchi; vengo come Cristo a trovare i miei apostoli, ed ho scelto il più ricco, questa volta. Mi volete?

— Per Dio, Generale, e con piacere immenso! —

Pare una pagina romanzesca, ma allora appunto co-

  1. Ved. Chiala, Cavour, lettere edite e inedite, vol. IV, pag. cxx.