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Garibaldi e Cavour 19

Garibaldi e Cavour.


Garibaldi stava in Torino alle prese col Conte di Cavour, perchè avvenuta la cessione di Nizza alla Francia, credeva che egli la avesse patteggiata fin dal ’57, quando aveva concertato con Napoleone l’aiuto militare del ’59. Invece la cessione era seguìta per una soperchieria di Napoleone, che oltre la Savoia, per non opporsi all’annessione dell’Emilia e della Toscana al regno di Vittorio Emanuele, aveva voluto anche Nizza.
 
Francesco Crispi nel 1860.
Cavour aveva fatto di tutto per salvarla, ma non v’era riuscito; e Garibaldi pareva contro di lui implacabile. Ma il 7 aprile gli capitarono a Torino il Bixio e il Crispi, i quali «a nome degli amici comuni per l’onor della rivoluzione, per carità della povera isola, per la salute della patria intera,» lo pregarono di mettersi a capo di una spedizione e di condurla in Sicilia. E Garibaldi che forse meditava un moto popolare in Nizza stessa, per salvarla lui se Cavour non aveva potuto; messo in disparte questo e ogni suo pensiero, accettò e decise di far l’impresa.

Par quasi certo che Egli n’abbia parlato con Vittorio Emanuele e che n’abbia avuto incoraggiamenti. Però il Re, il 15 aprile, volle ancora scrivere al Cugino di Napoli che era «giunto il tempo in cui l’Italia poteva