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IV

Non credo che prima d’ora la massima impresa di Garibaldi sia stata detta, nè in prosa nè in verso, con più scrupolo riguardo alla verità storica e nel tempo stesso con più potenza di fantasia evocatrice, con più eroica gentilezza di commozione, con più svelta e nervosa efficacia d’atteggiamenti e di forme. Il libro, che con tanta evidenza rappresenta e riproduce, ha poi anche un’anima sua, un’anima di bontà e di poesia che solleva e isola la gloriosa avventura in un cielo di leggenda, ne coglie il significato indistruttibile e eterno, ne sveglia le segrete energie ammonitrici nei secoli. E quell’anima è del narratore, del narratore che ha operato e veduto, e in tutta la vita sua ha vissuto la vita inesauribile di que’ giorni d’eroismo e di fede.