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116 Storia dei Mille narrata ai giovinetti

un colle a destra brullo, ronchioso, arso dal sole. Vi si piantarono in cima ordinati.1

E di lassù, oltre una breve convalle, forse a duemila metri, videro su di un altro colle rimpetto schierato il nemico. Era un balenìo d’armi che coronava la vetta gran tratto; due macchie scure parevano due cannoni; certe linee nette profilate nel fianco del colle facevano indovinare dei terrazzi sostenuti forse da muri a secco; filiere di fichi d’India rotte qua e là si spandevano dal ciglio d’alcuni di quei terrazzi; forse nascondevano delle linee di soldati. Su di un balzo del colle sorgeva una casetta; pochi alberi grami lassù; in molti punti pareva la roccia nuda.

Di là da quel colle facevano sfondo alti monti. Grigio, con aspetto più di rovina che di abitato, si vedeva lontano in alto, a pie’ d’un castello, un gruppo grande di case, che non si sapeva ancora chiamare Calatafimi. Nelle gole dei monti a sinistra formicolavano turbe di gente; le squadre partite da Salemi erano anch’esse lassù; ogni tanto vi scoppiavano delle grida.

E quelli dell’altra parte, i napolitani, videro anch’essi e lo narrarono poi per anni. Videro quella linea che s’era formata rimpetto a loro con movimenti non soliti tra gli insorti, rotta a tratti da macchie rosse. E stupirono. Non capivano cosa volessero dire, o dubitavano che quei rossi fossero casacche di galeotti fuggiti da non sapevano quale bagno. I soldati ignoravano che fosse là Garibaldi,
  1. Il colle si chiama Monte Pietralunga, ed è alto 436 metri. Quello occupato dai borbonici si chiama Monte Pianto, ed è alto metri 422.