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90 | Storia dei Mille narrata ai giovinetti |
bardo che non appariva, tornò indietro per cercarlo. E coloro che stavano sul Lombardo e che a quell’ora vegliavano, quando rividero il Piemonte lo credettero una nave nemica che corresse loro incontro a investirli. Lo credette lo stesso Bixio. Piantato sul suo ponte, egli fece levar su tutti e inastar le baionette; comandò al macchinista di dar tutto il vapore, e al timoniere di voltar tutto a sinistra, per andare alla disperata addosso a quel legno. A prora Simone Schiaffino, capitan Carlo Burattini d’Ancona, Jacopo Sgarallino di Livorno, con dietro una folla, stavano pronti per lanciarsi all’arrembaggio, tutto il ponte del Lombardo fremeva, e mancava poco al grand’urto. Ma allora sonò la voce di Garibaldi:
— Capitan Bixio!
— Generale! — urlò Bixio. — Indietro! Macchina indietro! Generale, non vedevo i fanali.
— E non vedete che siamo in mezzo alla crociera nemica? —
La commozione era stata così grande, il passaggio dallo sgomento, dall’ira, dalla ferocia alla gioia così repentino, che la parola crociera non fece quasi niun senso, e tutto fino a un certo segno tornò quieto. Intanto Garibaldi e Bixio si concertarono, poi i due vapori ripresero la via l’un presso l’altro verso l’Africa, sempre però il Piemonte un po’ avanti. Così andarono fino all’alba, e per le prime ore del mattino, in quell’acque tra la Sicilia e le coste di Barberia, ma senza mai perder di vista il gruppo delle Egadi; Levanzo lontana, il gruppo delle Egadi; Levanzo lontana, Maretimo più in qua, ancor più in qua verso loro la Favignana. A bordo del Lombardo un Galigarsia, nativo di quell’isoletta, povero milite che doveva morire quattro giorni dipoi a Calatafimi,