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Di nuovo in mare | 87 |
tempesta di cannonate sui due vapori e il fondo del mare a chi vi era su, per tomba.
Ma i due vapori andavano ancora sicuri. E andarono tutta la notte e tutto il giorno dipoi, che era il 10, senza veder che cielo ed acqua come se fossero nell’Oceano. A bordo, i pavesi cantavano. Tutto era quieto. Solo a una cert’ora prima del mezzodì, ci fu un po’ di trambusto, perchè uno del Lombardo si era gettato in mare, pel dolore di non essere riuscito a farsi inscrivere nei Carabinieri genovesi. Fu subito fermato il vapore; una lancia vogò come saetta, giunse dove quell’uomo si dibatteva tra le onde, e uno della lancia si chinò, lo tirò su mezzo morto ma come fosse un gingillo. Quel forte dalle braccia così gagliarde doveva essere, era certo il figlio di Garibaldi. A bordo si diceva così, perchè così le moltitudini fanno la loro poesia, e infatti quel forte era proprio Menotti.
Dopo, sul meriggio, il Piemonte cominciò a filar via più spedito e il Lombardo a rimanere indietro. La distanza s’allungava ora per ora... Dove voleva andare il Generale così solo? Forse aveva pensato di dividere in due la spedizione, per non correre tutti la stessa sorte, se mai fosse stata avversa? Chi lo sapeva! Divisi, Piemonte e Lombardo, l’uno o l’altro sarebbero riusciti ad approdare, e riuscendo tutt’e due, una volta sbarcati, facile sarebbe stato riunirsi nell’isola.
Era un nuovo dolore per quei del Lombardo, poichè se Bixio era Bixio, ben più fortunati erano coloro che si trovavano a correr le sorti del Generale, ora che la prova era così vicina. Finire con lui come che fosse, ognuno se lo poteva augurare.