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7« civile j altre, e sono le più copiose, ad uso puramcnle funereo. Queste ultime, fatto d’ordinario a stampa di finissima foglia d’oro, si riconoscono facilnìente alia loro fragililh, come i pezzi num. 5. 6. 12: e, siccome par certo, servivano nel mortorio a decorazione dei corpi morti^ che si recavano con apparalo grande dalla magione alla sepoltura (tav. xcvi. 1); innumerabili frammenti di foglie d’ oro finissime a stampa e di variatissime forme, in cui si trovano i bucherelli che le fermavano sul drappo per opera di ricamo, hanno servito, fuor di dubbio, a ornare le veslimenla del morto con piti o meno di sontuosità: tanto ne’ mortorj dei facoltosi era grande e magnifica la pompa. La figurazione stessa di coleste suppellettili fa conoscere con evidenza che unicamente s’ attenevano al rito funebre. Qui tu vedi replicato piìi volte, come in moltissimi altri monumenti di simile natura^ il perpetuo contrasto del Genio buono col malo, ora sotto una sembianza, ed ora sotto un’ altra, secondo che portava ii concetto più o meno significativo dell’artista (num. 8. 12. 17. 18. 23): vi ritrovi al pari e Gorgoni, e Sfingi, e Grifoni^ e Chimere, e mostri fieri, e qualunque altra figura di simbolo concernente alla dottrina acheronlica e al dualismo: in somma le slesse identiche rappresentanze, che abbiamo veduto ripresentarsi di tante maniere in tutti i monumenti figurati etruschi di rito sepolcrale. Alludeva senza fallo Virgilio alla dottrina medesima degli Etruschi ponendo alla porta degh inferni gran numero di sì fatte