Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/32

20

congedo, o sia l’estremo a dio coniugale per l’altra vita, sì frequente nelle sculture delle urne sepolcrali. Vedi tav. xxvii. 4. Ambedue le figure impresse sopra manichi di vasi in terra nera.


TAV. XXII.


Vaso a un solo manico di notabile grandezza, le cui figure fatte a stampa vi sono replicate tre volte, e ricoprono tutto il ventre del vaso.

La prima figura a barba cuneiforme coperta d’elmo e di corrazza, con due lunghe aste in mano, si vede ripetuta più volte in vasi della medesima specie (tav. xvii. 1. xxiv. 1. l. 3), e vi sta certamente quale immagine d’una divinità potente e guerriera: la donna appresso colla testa ammantata può essere la regina stessa dei morti: non saprei qualificare l’uomo barbato ch’ella ritiene per un braccio, e che si mostra con elmo in lesta di foggia singolare, e con spada breve nella destra. Il mostro gorgonico che segue con lingua tirata fuori e lunghi denti sannuti, armato in fronte di corna, e con due ali distese che muovono dal petto, è l’immagine terribile del gran dio infernale sotto figura d’implacabile divoratore delle anime (vedi tav. cii): la figura barbata che gli sta vicino, alata agli omeri, è lo spirito conduttore delle anime, grecamente detto Mercurio Ctonio: l’oca a’ suoi piedi, sacra a Bacco, è un simbolo di deità infernale: finalmente l’ultima figura mostruosa con testa