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scuna mano il collo d’un uccello acquatico di mala natura1: in questa forma medesima, nei cilindri babilonesi, si vede Ized alato premere con ambe le mani uno struzzo, uccello di Ahriman. Vedi tav. xx. 12.

6. Un leone alato e colcato sta di fronte a una sfinge alata. Ambedue questi animali simbolici, unione di forza e d’intelligenza, teneano l’ufficio di guardiani e difensori dei sepolcri; quindi si trovano spesso effigiati nei monumenti che hanno correlazione col sacro rito dei morti, così in Etruria, come in Egitto: le figure che seguono ne porgeranno d’ogni maniera frequentissimi esempi.

Il vasellame suddetto, con tutti quelli della medesima specie, che seguitano figurati nelle tavole appresso per mostra, sono stati ritrovati nella mentovata necropoli presso di Sarteano. Sono dessi abbondantissimi in quei sepolcri, ed in molti altri del territorio chiusino. La loro materia è una terra nera pesante di colore naturale, non cotta, bensì prosciugata e lustrata con tal processo, che basta a dar loro sufficiente solidità e non so qual vaghezza. Sono d’avviso che sì fatto vasellame, anziché agli usi ordinari

  1. Vi raffiguro il cigno, tristo animale escluso affatto dal numero degli uccelli augurosi, né tampoco mai nominato ne’ libri sacri. Multi tamen asserunt cycnos inter augurales aves non inveniri, neque auguralibus commentariis eorum nomen illatum. Serv. i. 398. - Erasi questa, giusta ogni apparenza, un’antica dottrina etrusca: forse a causa dell’istinto che attribuivasi al cigno di presagire col suo canto morte imminente.