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sta, quantunque, secondo il rito funebre, ponessero soltanto gli Egizj le viscere del corpo imbalsamale nei loro Canopi, che per coperchio hanno la testa simbolica d’alcuno dei quattro genj dell’Amenti. Dove che in Etruria, dovunque esisteva il rito dell’abbruciamento del corpo, si raccoglieva il suo cenere in quei vasi stessi ugualmente simbolici; e la testa umana che hanno per coperchio, figurava il ritratto del defunto, uomo o donna si fosse. La molta varietà delle teste, l’età diversa, le differenti capellature, l’aria tutta nazionale dei volti, la conformità dell’angolo faciale, non lascian dubbio nessuno che dessi non sieno veri ritratti: tanto più importanti, quanto più fedelmente, e senz’abbellimento alcuno, ci mostrano il tipo fisico dei nostri padri. Desso è lo stesso della grande variata razza del Caucaso. Il diametro verticale è corto, quindi il viso largo: il contorno della lesta, vista di faccia, si direbbe come quadrato, atteso che il cranio v’apparisce schiacciato alla sommità e orizzontale l’estremità inferiore della mascella. La fronte è bassa, il naso aquilino con base piana, il mento tondeggiante dinanzi, la posizione delle orecchie alquanto alta. (Vedi tav. xv. 7. 8. 9). Tali sono ancora i caratteri principali del tipo odierno in Toscana, e più generalmente propri della universale razza italiana. Vedi Tom. i. p. 101.