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grande mercatura nel tempo antico, si rìnvegono per le tombe più ragguardevoli simili pezzi d’ambra lavorati di molte fogge. Ne furono ritrovati non pochi anche nei sepolcri di Vaici e di Tarquinia; io specie pezzi rotondi, o fatti a oliva forati, ad uso di collane. La Signora Principessa di Canino ne custodisce buon numero.
3. Frammento di un vaso egizio in terra cotta verniciata j trovato io un sepolcro a Vulci. Nei geroglifici si legge il nome di Ammone e di Phath. Questo vaso dovette servire al culto: se fosse di quelli che sogliono chiamarsi Canopi avrebbe un’ altra iscrizione speciale ^44, Candelori.
4. Iscrizioni di un’ anfora Dionisia descritta in genere pag. 169: presso Candelori.
5. Iscrizioni di un altro vaso di tema uguale: museo del Pr. di Canino.
La voce ETOEI de’ tiasi di Bacco ci dimostra chiaramente che le trascritte epigrafi sono tante esclamazioni e invocazioni bacchiche di forma ditirambica. Per la composizione licenziosa di piij nomi uniti insieme,
i44 ^oQ è questo il solo pezzo egizio tratto fuori della stessa necropoli di Vulci; altri ne ho veduti: in specie parecchi vasi delle consuete forme egizie in terra smaltata di color verdognolo, alti circa un palmo: v’era l’immagine in rilievo del bue Api e di Osiride, con fiori di loto e altri simboli noti. Non mie d;ito di pubblicarne, com’ io bramava, il disegno, perchè i possessori immeritevoli tengono oggiJi indegnamente celate sì queste, come altre molte cose di pregio, per farne danaro.