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Gli esemplari di sopra esposti sono suflicieiiti a dare una giusta idea del buono stile delie urne cinerarie istoriate: sculture sì di artefici etruschi provinciali, ma per la massima parte lavorate ncU’ epoca dell’ EIruria latina, e per conseguenza non molto antiche. Come ognun vede l’ arte è qui cangiata affatto: nulla pili sente ne d’egizio, nò di toscanico: la maniera è tutta propria dello stile greco-romano: le favole pili comunemente vi sono di tema ellenico, secondo il genio dell’ etìi. Non però di meno per questi monumenti ben si conferma quanto fosse giU propagata, e internata negli animi del popolo per tutta Etruria la credenza antica dei due principj: i genj o demoni Tamigliari, che aveano la custodia e il governo di ciascuno individuo, si trovano sempre simbolicamente ripresentati sopra l’ urne sepolcrali, e posti in azione dagli artisti quasi in ogni mito: ora inspiranti furore e delirio ( tav. cv. evi): ora intenti alla protezione di colui che avevano in loro guardia durante la vita: ed ora (tav. civ) quali conduttori delle anime ^^^.

TAV. CVII.

Nel convito figuralo apparisce manifesto il costume etrusco d’ assidersi le donne a mensa insieme cogli uomini sul medesimo triclinio ’^4: vi sono introdotte

soi33 Vedi in oltre i moniimen, per servire all’ Italia ce.

taVol. X5LXV1. XLV.

i34 Vedi Tom. ii. p. 2o3.