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le interpretazioni più dottorali non sono lo migliori. Benché io riferisca buon numero delle mie spiegazioni alla dottrina dell’ Èrebo, o sia alle popolari credenze cirCa lo slato di una vita futura, non sarò già taccialo por questo di essere caduto nelle fantasie di un sislema prefisso: il senso allegorico lo traggo da simboli evidenti, e dall’ uso slesso funereo dei nionumentij tutti ritrovati entro i sepolcri alialo dei corpi morti, o contenenti il cenere di quelli. Perchè tutto in cotesti monumenti, come più volte ho mostrato con evidenza, s’altiene a un solo e unico ordine d’idee predominanti, religiose insieme e morali. In quella forma che le pitture delle mummie, le tavole dei papiri, le stele istoriate, e generalmente i monumenti funebri degli Egizjj porgono tutti insieme sotto variate immagini una medesima significanza d’ idee, ed un figuramento conforme. Altri esporranno forse diversamente con dichiarazioni più soddisfacenti. Io sarò belo se di tal modo potrà ottenere la scienza avanzamento e profitto.

Aggiungo per ultimo che nel numero presso che innumerabile di vasi fin’ ora trovati a Vulci non vi mancano né pure di quelli fregiali con belle dorature^ come si veggono talvolta in vasi della Magna Grecia. Una coppa bellissima a due anse di tal sorla fu ritrovala mentre io era sul posto, ed appartiene oggidì al Pr. di Canino ^ fortunato possessore di parecchie altre stoviglie d’uguale maniera. Nell’interno vi è dipinta in campo bianco una Giunone in piede con la Tom. III. i3