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ribili, passò a lineanienli che sentono di gusle ellenico, come il num. 9. i5, e più visibilmente ancora in altri monumenti di più bassa elìì, quali sono massimamente le sculture delle urne volterrane, o quelle in terra rotta dipinte a più colori della regione di Chiusinota . Questa testa mostruosa ha dovuto essere in origine un simbolo orientale, come tanti altri d’ uguale natura. La sua propria sede era negli inferninota . I Greci la chiamarono, y^^ysr.v, indi yapyr/s/r/, come a dire un volto terribile, o altrimenti uno spauracchio. Come tale i guerrieri la portavano cfiìgiata sopra gli scudi j per infondere spavento nel cuore dei nemici: Parte figurativa l’appropriava coll’ istesso concetto alla guerriera Pallade Tritonia, ponendo la terribile immagine o sopra V egida divina, o sopra lo scudo: poscia ^ in etb meno antica, la fece servire alle sue ingegnose fantasie, ripresentandola d’ ogni maniera con forme ideali ^ anche nelle opere elleniche le più perfette. All’opposto in Etruria, sempre tenace nelle sue antiche credenze, si mantenne con poca o ninna alterazione il mito primitivo: e la Gorgone infernale sannuta continuò pur sempre ad esservi l’ immagine siaibolica la più popolare del dio malo, di IManto o Vedio, eh’ è quanto dire grecamente di Bacco Ctonio o Zagreo. Sotto 1 2

  1. Vedi Dempster. Tav. 82. 2. 83. 5.; Mus. Etr. T. 1. tavola 157. 5. Tom. iii. tav. 14. 3. et al.
  2. Homer. Odyss. xi. 632; conf. Aristoph. in Ranis 480.; Apollod. ii. 5. 12.; Virgil. vi. 289.; Sil. xiii. 5 87