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Sarrilìzio di vero coslnmn a Priapo. Dinanzi riarmo del Jio_, uno dei sacrificanti taglia col coltello le viscere della vittima apparecchiate sopra un desco: al di sotto si vede uujsso per terra il capo reciso di un capro, o il calino entro cui raccoglievasi il sangue dell’ostia: le <lue cosce divise dell’ animale immolalo stanno appese in alto alla parete, insieme con ima vitta o benda, simbolo di rito e luogo sacro. L’altro sacrificatore di faccia all’ara solleva tra fiammante fuoco con una lingula il viscere della vittima per meglio esplorarlo j vietando la religione il toccarlo collo inani.

Nel rovescio due gnorrieri pedoni combattenti.

Questo vaso, il quale conteneva le ceneri del morto, fu trovato chiuso dentro una cassa di pietra del paese o sia di nenfro, che formava da per se una tomba. V’erano chiusi parimente un solo balsamario di alabastro e una coppa di terra da libazione^ che avevano servilo ambedue al rito funereo.

3. Vaso a due manichi,, figure gialle in campo nero. — Pr. di Canino.

Ritto su di un’altura in sito campestre vcdcsi un Erme dì Priapo, custode dei luoghi colti. Un Fauno barbato gli passa dinanzi, avente un ligone o altro strumento rusticalo in mano. Vedi lav. cx(v. 2. 3.

4. Tazza senza manico, figure nere^ bianche e pavouazze. — Pr. di Canino.

Due figure giovuiiili alate, con un ginocchio piegato a terra combattono l’ una contro V altra arumlc