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TAV. XCI.

I. Vaso a un manico, figure nere, bianche e rosse. ■ — Pr. di Canino, mini. 1755 del calalogo.

Due giovani Amazzoni NOEOKTS: TIA£MANEOX a cavallo, armate di scudo e di doppia Innc^a^ col Capo coperto dell’ elmo j e con schinieri alle gambe: sono seguitate entrambe da due cagne ETOTME la ben odorante, KAAE la brava.

3, Altro vaso simile. — Pr. dì Canino, num. 1790 del catalogo.

Un citaredo nobilmente ammantato NEOTAOETj col capo cinto dello strofio, tocca le corde della lira col plettro in mezzo a tre femmine vestito di tunica e n»anto fisse ad ascoltarlo. Una di esse OINTOH (ir?) E, sta tutta intenta; la sua compagna MIOETS ( forse N/^e«s la nivea) s’accosta un fiore al naso con vezzo proprio delle ninfe: la terza donna ET0IAET02 KAAE (la ben amata bella) tiene anch^ ella un fiore nella sua destra inchinata.

Ecco esempi di quelle tali iscrizioni in greco carattere, molto frequenti nei vasi di Vulci, e tuttavia sì oscure per insolilo adunamento di note, che resistono a qualunque tentativo sia nel pronunziarle, sia neir interpetrarle coll’uso grammaticale: iscrizioni non

soggetto pitturalo sopra un vaso edito da Milligen ( PeiiU. de vases grecs, xsviii). D’assai peggiore disegno, e di esecuzione pessima, è un frammento di vaso nel Museo Borbonico trovato ìq Basilicata col niilo stesso di Busiride. V. Iorio, Catalogo p. 98.