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delie figure rilratlevi in proporzione minore tiene in ninno la coronii di premio. Nell’opposto lato altri due individui corrispondenti, sono forse araldi pnbLlicalori della vittoria. Le due figure virili ritte in piedi, palliate sul nudo, e in attitudine ansiosi dietro a ciascmio dei combattenti, non possono fpii rappresentare altri che i loro compagni.

Ilo esposta nel testo Tom. ii. p. abg la mia opinione intorno a questi singolarissimi vasi di stile arcaico, tanto maggiormente premiabili per l’arte, quanto piij rari. Forse sono essi altrettanti esemplari di quei vasellamenti vetusti per uso di sepolcri, che Slrabonc chiamava necrocorintj. Il vaso tav. lxxv. i, si può avere per uno de’ piij antichi saggi della pittura dei Greci. Il pittore Amasi era forse desso un corintio, o di quella scuola. Lo stile secco, rigido, simmetrico, tutto convenzionale, fa pienamente conoscere quanto nel secondo o terzo secolo di Roma si fosse ancora lontani nell’Eliade dall’idea del bello.

Alquanto piiì franco è lo stile dei vasi lxxv-lxxviii: le figure in generale vi hanno più molo e più azione, benché violenta oltre il naturale. L’occhio .costantemente formato nelle figure virili circolare, con due linguette laterali, indicanti la coda dell’occhio e il canto lacrimale; nelle figure femminili allungato e schiacciato oltre misura; mostra un metodo, un far convenzionale proprio di una scuola anche più antica, la quale fu norma allo stile di questa sorta pitture che veggiamo nei vasi. Nessuna delie