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scolpili alquanto rozzamente animali feroci di varia natura, cav.iili marini, sfingi, genj alati, ed altre differenti figure simboliche; le stesse che il lettore ha veduto re()licale à\ sovente nei monumenti funerei, e che otlimamente si confucevano quivi alla porta del sej)olcro, come tanii emblemi di quei tremendi spiriti infernali, a’ quali era aflìdata, a spavento dei malvagi violatori, la buona guardia.

TAV. LXVIII.

Sepolcro tarquiniese, la cui pianta si vede num. ■7.’ Facciala a fronte deli’ ingresso num. ij parete laterale num. 2.

Ricorre intorno sotto la volta un fregio dipinto, alto 18 pollici incirca, in cui sono ritratte forse a cento figure. Vi si rappresenta uno spettacolo con la corsa delle bighe, il pugilato, la lotta ed altri esercizi atletici, in presenza di spettatori dell’uno e dell’altro sesso, parte sedenti sopra d’un tavolato, parte colcati di sotlo a quello. Psè vi manca il direttore regolatore dei giuochi, cinto del pallio, e con bacillo ginnastico in mano, solita insegna degli agonoteti. Nelle pareti la-, terali sotto il fregio, lo spazio è occupalo con figure d’ambo i sessi danzanti al suono dei flauti: danze prtcipuamenle comandate dal culto bacchico: di faccia si vede rappresentata la cena funebre, dove i commensali, coricati sopra triclinj, tengono corona in capo e veste cenaloria. Nò vi sono tampoco tralasciati