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TAV. LXIV.

Sepolcri di Tarquinia.

E la prima grolla mim. i scavata come lulte l’ olire nel tufoj lunga e larga in quadro 72 palmi romani per ogni lalo, e alta palmi nove: il nura, 2 ne mostra la pianta. Il sofTitto è piano, diviso in tanti caasctloni quadrilateri, con lunghe liste e pitture di ornalo: ed è sostenuto da quattro piloni quadrati con impostatura, lasciali nel sasso medesimo per fortezza, èiascuno de’ quali ha nove palmi per ogni iato.

Sopra una grossa intonacatura di stucco bene spianala, ricorre al sommo delle pareti una linea di dentelli dipinti in prospettiva, che ne fingono la cornice. Sotto a questa si vede una fascia, in cui sono dipinti genj alati preposti al passaggio e alla purgazione delle anime dopo morte.

A pie delle pareti s’alza uno zoccolo che rigira luti’ intorno, sopra cui si ponevano le casse sepolcrali, simili a quella che si vede figurata nella tavola in rame. — Sopra uno dei muri sono scritte a neri caratteri molte epigrafi mortuali della famiglia tarquiniese, Velcia, 3 34^8: 4/1 0^383 oggidì per la massima parte peri le.

L’altro sepolcro num. 3 di forma quadrata, è non solo incavato, ma tutto scolpito a rilievo nel sasso. In questo il solfino è tagliato in volla piramidale, con apertura al centro quadrata che va diminuendo a forma di cono. Sotto il soQitto ricorre all’ intorno un fregio.