Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/102

9» questa specie di casse mortuarie^ rolanto singolari Ira i monuraenli dell’ Etruria, non sleno d’eia troppo antica. Me lo persuade non meno la forma dell’ avello, che lo stile della scultura.

3. Ornato di una cassa mortuaria della forma e grandezza della precedente, senza figura sul coperchio: cioè testa gorgonica intrecciala di serpi, posta in mezzo di due animali, con qualche vestigio di colorilo: simboli consueti di sepolcro. — Pr. di Canino in Musignano.

4. ScuUure in alabastro d’ una piccola urna volterrana, esistente nella Galleria di Firenze.

Due figli compiono l’ ultimo pietoso ufficio di chiudere gli occhi al vecchio padre moribondo. Il genio buono con ali dislese, come in procinto di menar l’anima alle genti beate, conforta entrambi: il genio malo, armato di gladio, sta in dietro inoperoso e impotente.

5. Urna in marmo d’ alto rilievo. Vi si vede figurato un combattimento, soggetto di volgare significato, assai comune nelle sculture delle urne meno antiche: a destra la figura nuda di truce aspetto, che tiene levato in alto con arabe le mani un grosso maglio, è il genio della morte o Tanato, rappresentatovi secondo il concello etrusco. Nel corpo dell’ urna, al momento in cui fu traila fuori di terra, leggevasi a neri caratteri l’epigrafe, oggi estinta, che si vede iscritta nel disegno: al di sopra sia collocalo il suo vero coperchio, benché molto danneggiato, con figura virile colcata.