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CAPO XXI. 69

respettivo dovere pubblico e privato. Onde tutte le leggi, e ordini e costumi, a quello, come ad un sol centro d’azione, si riferivano. Con tal forma ritroviamo presso a’ più antichi e civili popoli italiani l’autorità primaria posta già nelle mani di quella poderosa aristocrazia sacerdotale fondata nel giure divino, e nell’antichità della famiglia, e che di fatto era ovunque per conformità d’instituto il nervo della nazione politica e la proprietà territoriale. I membri di quest’ordine, massimamente privilegiati del dritto di tirar gli auspicj, erano di più i soli maestri di tutte le cose divine e umane; e con tal grado di primati1 d’insegnatori, e di custodi de’ misteri, certissimo è che componevano insieme per dritto ereditario l’ordine regnante dello stato, e il solo eligibile a qualunque siasi dignità. Che però il patriziato provenisse originalmente in Etruria da una stirpe di conquistatori, e che il popolo quivi soggetto a permanente servitù feudale vivesse inonorato e privo di libertà, con ordini diversi a quelli che reggevano i Volsci od i Sanniti, non può al certo sostenersi con ragionevoli fondamenti: perciocchè null’altro che una bella ipotesi di penne moderne si è il supposto, che gli Etruschi stessi divisi in tante caste, al modo degli asiatici, avessero ne’ Lucumoni e Larti, o propriamente signori, una tribù dominante sopra l’altre tribù vassalle, ognora tenute in bassa condizione servile2. Nè sussiste tampoco il

  1. Primores Etruriae. Claud. Caesar. ap. Tacit. xi. 15.
  2. Vedi Niebuhr T. i. 124-125.; Creuzer, Symbol. v. 2. 3. Di