cessarono tampoco d’infestare que’ mari per arte piratica, ordinario mestiere d’animosi naviganti. Que’ di Lipari, antichi coloni di Cnido1, dominatori dell’isole Eolie, ed esercitanti ugualmente la pirateria2, contendevano di lungo tempo cogli Etruschi3, ed ebbero anche la sorte, passando dalle rivalità alle vendette, di rompere la loro armata in un feroce combattimento navale: successo sì glorioso ai Liparoti, che quel comune dedicò al dio di Delfo tante statue, quante furono le navi predate4. Così Rodi mostrava, per trionfale monumento della sua vittoria, i ferrati rostri tolti ai corsali tirreni5. Ed Anassila, signore di Reggio, dovette egli stesso fortificare l’istmo Scilleo, onde cautelarsi da quella banda, e gastigare il temerario ardire dei pirati6. Corseggiavano essi, com’è credibile molto, a proprio e privato rischio e profitto dei padroni; in quel modo che masnade di gente a piede, secondo il costume militare, facean la guerra a conto del condottiere per solo mestiero7. Ma di consiglio pubblico degli Etruschi non so qual città ne-
- ↑ Antioc. Syrac. ap. Pausan. x. 11; Thucyd. iii. 88.
- ↑ Liv. v. 28.
- ↑ Diodor. v. 9.; Strabo vi. p. 190. Pare che la di loro inimicizia cominciasse dopo l’Ol. l: circa la fine del secondo secolo di Roma.
- ↑ Pausan. x. 11. 16.
- ↑ Aristid. Orat. Rhod. T. i. p. 540. ed. Iebb.
- ↑ Strabo vi. p. 177: in tra l’anno 260 e 268 (Ol. lxxvi. 1.) in cui Anassila mancò di vita.
- ↑ Liv. iv. 53., vi. 6.