Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/48

42 CAPO XX.

tra monti inaccessibili vivevano essi senza cultura in povero stato: abitavano per entro tugurj o caverne: vestivano pelli di capre o di muflone, razza tuttora natia della Sardegna: si nutrivano di soli latticini e di carne; e sempre armati portavano seco targa e pugnale1. Così fuggenti lo stadio e le fatiche dell’agricoltura, non attendevano essi che a vagante vita pastorale; dalle loro alture non finivano d’infestare e depredare intorno i luoghi colti sottoposti: tanto che ognor molestevoli allo straniero, nè la dura severità cartaginese, nè la forza bellica de’ Romani, furon mai sufficienti a domare la loro inflessibile natura, od a mutare i costumi selvaggi2. Che già tutto non era invettiva in Cicerone, se al suo tempo ei chiamava ancora per nota di spregio i Sardi mastrucati ladroncelli3.

L’opinione che teneva principalmente per Punici i Sardi più inciviliti, era altresì quella del romano ora-

    bronzo di varie fogge, al tutto deformi e senz’arte, che si sono trovate nell’isola. Vedi Winkelmann, iii, 4. 42; Caylus. T. iii. tav. 17.; Barthelemy, Mém. des Inscript. T. xxviii. p. 595.; Munter, Under einige sardische idole. p. 2.

  1. Nymphodor. ap. Aelian. de Animal. xvi. 34.; Strabo v. p. 156.; Diodor. v. 15.
  2. Liv. xli. 6.
  3. Mastrucatos latrunculos: in Orat. de prov. cons. 7. Così detti da Mastruga, vocabolo sardo: vestiario di pelle usato anche al presente dai montanari. De la Marmora, Vayage en Sardaigne, 1826.