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CAPO XX. 41

ge, che si sommergessero in mare le navi e le genti forestiere colte a trafficare nell’isola. Con tutto questo i Sardi più animosi, già riparatisi tra le balze di scoscesi monti, dove tenean vivo il nome d’Iliensi, Corsi e Balari, mai non cessarono nella lor salvatichezza di contrastare ferocemente all’armi puniche. E par di certo che i primi fossero anche i più antichi e indigeni isolani, somiglianti, così dice Pausania in sembiante e costume ai Libj1. Erano i secondi una mano di nativi Corsi, discacciati per sedizioni domestiche dalle case loro, donde passarono ad abitare i dirupati monti che fronteggiano il lato settentrionale della Sardegna; laddove i Balari, d’origine iberica, si tien che fossero una generazione di stipendiarj dei Cartaginesi, che malcontenti si rifuggirono anch’essi nelle montagne; e narra Pausania, che ivi stesso i Corsi posero loro l’appellativo di Balari, che in suo dialetto valea quanto dir fuggitivi: se pure non eran coloro, siccome suona il nome, una banda di que’ famosi arcieri delle Baleari, occupate per l’innanzi dai Fenici che aveano Gadira, Tartesso, e altri luoghi della Spagna2. Benchè dai geografi sieno mentovate non poche altre popolazioni sarde d’oscuro nome, Iliensi Corsi e Balari, furono sempre le maggiori e le più temute3. Ma di gran tempo stanziati

  1. Pausan. x. 17.
  2. Strabo iii. p. 116.
  3. Plin. iii. 7.; Mela ii. 7.; Strabo v. p. 155.; Ptolem. iii. 7. Ad alcuni di coloro han dovuto appartenere le figurine in