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CAPO XIX. 29

neti dimoravano in Italia molto prima della favolosa venuta d’Antenore. Ch’eglino fossero antichissima gente lo afferma espressamente Polibio1: e con pari certezza dice Livio, che al tempo della invasione etrusca di già tenevano in sua signoria tutto l’angolo e spazio d’intorno al seno Adriatico2. Quivi si rimasero i Veneti sicuri contro l’armi de’ conquistatori, difesi dalle paludi, e dall’acque copiose e sparse, tra le quali stava rinchiusa la regione dal lato di ponente e mezzogiorno. Ma qual fosse la capacità del luogo che abitavano là entro, parve argomento di grave controversia agli eruditi. Non per tanto sembra cerio, che i dubbiosi confini della Venezia non oltrepassassero mai a ponente il fiume Chiesio, e suoi limiti naturali fossero a settentrione le Alpi; a levante il Timavo; al mezzogiorno le paludi veronesi; indi il Po sino al mare.

Gli Euganei, discacciati dalle piagge dell’Adriatico nondimeno serbarono sotto quel nome l’indipendenza e lo stato libero nei monti veronesi, trentini e bresciani, dove ancor risedevano qual gente alpina nel

    citato e il Pecorone (p. 315) e Giovanni Villani: célèbre historien florentin du XV. siècle (morì per la peste del 1348.) qui dans sa cronique dit que Volterra, ville très ancienne d’Italie, avait été batie par les descendants d’Italus, et que dans l’origine, elle avoit porté le nom d’Antonia. T. i. p. 310.

  1. Γένος πὰνυ παλαιόν. ii. 17.
  2. Liv. v.. 33. Transpadanum omnia loca excepto Venetorum angulo, qui sinum circumlocunt maris.