Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/322

316 CAPO XXIX.

torno. L’idioma umbro si riscontra nelle tavole eugubine quasi in tutto conforme all’etrusco: ed uniforme n’era pure la pronunzia e la scrittura dicono i grammatici1. Alquante iscrizioni ritrovate nell’Italia superiore confermano, che tanto la lingua, quanto il dominio degli Etruschi, vi signoreggiavano con la medesima autorità: dicasi lo stesso di qualche parte della Liguria2. Così ancora oltre il Tevere s’estendeva con la signoria del popolo anche l’idioma etrusco: ma più generalmente dalla Sabina insino all’estremità delle Calabrie si favellava osco, volgare antichissimo, e in alcuni particolari affine con l’etrusco. In entrambi l’uso della scrittura da destra a sinistra si mantenne gran tempo lo stesso: voci comuni, dice Varrone, usavano Etruschi e Sabini3: laddove il dialetto dei Marsi, totalmente osco, tenea maggiore identità con quello de’ Sabini e degli Ernici stessi4, per naturale medesimezza di sangue e di parlari. Similmente i Sanniti e altri Sabelli, i Campani, Sidicini, Appuli, Lucani e Bruzzi, erano a un pari di lingua osca, come apparisce con tutta certezza per l’autorità

  1. O aliquot Italiae civitates, teste Plinio, (libellos de Grammatica) non habebant, sed loco ejus ponebant V, et maxime Umbri et Tusci. Priscian. i. p. 553. Certissima conferma ne danno i monumenti scritti d’Etruria e d’Umbria.
  2. Vedi Tom. i. p. 123.
  3. Varro l. l. v. 4. Eidus ab eo quod Tusci Itus, vel potius quod Sabini Eidus dicunt.
  4. Festus v. Hernici.; Serv. vii. 684.