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CAPO XXVIII. 311

quali si lavoravano con più o meno di guadagno dalle popolazioni dell’interno1. Soltanto la gelosia di Roma impedì ai nostrali, poco avanti la guerra marsica, quest’arte paesana di cavar metalli2: quindi cessò affatto al tempo d’Augusto; perciocchè in allora molto maggiore profitto facevano i mercanti traendo di fuori i metalli più prezzati, massime delle Gallie e di Spagna3.

  1. Metallis auri, argenti, aeris, ferri, quamdiu libuit exercere, nullis cessit. Plin. xxxvii, extr.; Strabo vi. p. 197.; Virgil. Georg. II. 165.
  2. Plin. iii. 20.; xxxiii. 4. Italiae parcitum est vetere interdicto patrum, alioquin nulla fecundior metallorum quoque erat tellus.
  3. Strabo iv. 141., v. p. 151.; Plin. l. c.