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CAPO XXVII. 295

narle: poichè il maestro ingegnere tenendo dietro alle sinuosità naturali del monte soleva fondare, come si vede, le muraglie in sul vivo del sasso e al capo dei precipizj:1: nè ciò tanto per sola sicurezza delle munizioni, quanto perchè il nemico entrando in que’ golfi vi rimanesse oppresso dalle armi de’ sagittarj e lanciatori. Che tal era il modo principale della difesa: tener lontano con ogni sorta saettamenti, e ferire di fianco gli assalitori. Le porte della terra doppie per maggior difesa, e piantate in obliquo, erano di più afforzate con le saracinesche, come son quelle di Volterra e di Cossa2. Torri si veggono soltanto interne ed esterne nelle fortificazioni di Cossa: quelle di fuori hanno i due fianchi retti, e la faccia convessa inverso la campagna. Oltre a ciò ciascuna città teneva entro al suo proprio cerchio la rocca nel luogo più eminente: ella era negli stremi casi l’ultima difesa. Or tutto questo sistema di fortificazione fa palese il militar senno, e lo studio grande, che a fermezza del loro impero posero in ogni tempo gli Etruschi nel munire gagliardamente le città maggiori quasi con eterne difese. Nè per ciò è incredibil fatto il narrato lungo assedio di Vejo, o quello di Volsinio: più certa tuttavolta l’ostinata resistenza che valorosamente fece Volterra nella guerra di Silla.

  1. Vedi massimamente la pianta di Volterra tav. i.
  2. Vedi tav. iv. vii. Una porta con due ingressi si vede soltanto nelle mura di Cortona tav. iv. 5.