Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. II.djvu/270

264 CAPO XXV.

dei funerali s’erano fatti eccessivi nell’Etruria: anzi nel Lazio stesso, dacchè la legge delle dodici tavole provvide a moderarne l’abuso. Erasi quella altresì l’epoca della maggiore opulenza degli Etruschi e delle tirrene delizie. Il danaro tira a se da per tutto le cose più bramate e pellegrine. I cittadini volcenti erano ricchi: il comune potente: per mezzo di Cossa, colonia loro, avean traffici oltremarini; nè di certo può far maraviglia se a suo uopo i facoltosi, come dissi poco anzi, adoperavano sì fatte stoviglie forestiere, che i mercatanti dovean pur essere solleciti recar loro di fuori per trarne guadagno. Così lo stesso vasellame si spandeva per altre città opulenti dell’Etruria: ne aveva Tarquinia, Cere, Chiusi1, Volterra; nè v’ebbe forse in quella età sepolcro veruno gentilizio, dove per religione, e per onor di famiglia, non s’adoperassero consimili vasi. Mille, due mila, dieci mila vasi di tal specie raccolti insieme fanno stupire; ma che son eglino a petto a’ bisogni d’una popolazione intera osservante il costume nel corso di secoli? Sopra tutto se riguardiamo all’uso loro più specialmente sepolcrale, confermato anche dal fatto, già per altri avvertito, che queste stoviglie per la maggior parte si trovano verniciate freschissime all’esterno, e senza vernice alcuna nella superficie interna, ciò che osta all’uso di porsi olio, vino, o qualunque altro liquido bisognevole alla

  1. Sopra un frammento di vasi quivi trovato, ho letto il nome d’Ierone: lo stesso replicato più volte in vasi di Vulci. V. Museum Etrusque. N. 24. 48. 64.