credibile, come opina un giudizioso critico, che l’arca stessa di Cipselo fosse un mobile lavorato in Asia, anzichè fatto in quell’età da un artefice corintio1. Vero è nondimeno che Corinto e Sidone, se non inventarono l’arte del far di terra e di dipingere, come favolosamente fu detto2, pure diedero ad ambedue quelle arti notabile accrescimento, e vi si mantennero floride gran tempo appresso. Già nel primo secolo di Roma frequenti erano le relazioni vicendevoli e i traffici in fra l’Etruria e Corinto, siccome lo prova il fatto medesimo di Demarato, trafficante egli stesso, venuto a ripararsi presso gli ospiti suoi di Tarquinia3. Corinto passata dal mite reggimento de’ Bacchiadi in quello de’ Cipselidi, trovavasi in allora piena di ricchezze e di splendore: attendeva con istudio all’esercizio dell’arti nobili, tra cui la plastice e la pittura singolarmente4: nè i vasi fittili dipinti ad uso de’ mortori, già ritrovati in molta abbondanza ne’ suoi antichi sepolcri, e che Strabone chiama con proprietà necrocorintj5, non erano nulla meno una delle sue
- ↑ Meiners, Storia delle scienze ec. T. i. p. 268. not. 5.
- ↑ Plin. xxxv. 3.
- ↑ Ἔχων δὲ φίλους πολλοὺς καί ἀγαθοὺς Τυῤῥηνῶν, διὰ τάὰς συνεχεῖς ἑπιμιξίας; μάλιστα δ’ἐν Ταρκυνίοις. Dionys. iii. 46.
- ↑ Μάλιστα γάρ καὶ ἐνταῦθα, καὶ ἐν Σικυῶνι ηὐξήθη γραφική τε, καὶ πλαστικὴ, καὶ πᾶσα ἡ τοιαύτη δημιουργία Strabo viii. p. 263.
- ↑ Οἱ τὰ ἐρείπια etc. «I nuovi abitanti di Corinto (colonia d’Augusto) in scalzando quelle rovine e scavandone i sepolcri, vi trovarono molti vasi di terra cotta e di bronzo lavorati in rilievo (τορευμάτων). Per l’ammirata bellezza di tali opere dessi