dello splendore divino, o corteggiato in brigata da’ suoi lascivi e petulanti seguaci. Spessissimo v’appare simbolicamente come preside benigno della generazione, o qual nume spietato della morte. Nè diversa significanza, per nostro avviso, ha quel simbolo si frequente ne’ vasi degli occhioni sì tanto spaventevoli e smisurati: vero geroglifico col quale si rappresentava senza più il tremendo ingoiatore delle anime1. Sovente ancora, secondo la più antica mitologia, Bacco si vede in unione con Apollo; non tanto a causa della facoltà divinatrice, degli studi conformi, e del culto comune che tennero ambedue in sul monte Parnaso2, quanto perchè i misteri del sole vivificante si ripresentavano in quelli di Bacco3. Frequentemente ritratte vi sono del pari le idroforie, e altre scene non dubbiose delle sacre iniziazioni e lustrazioni; mascherate dionisie; sacrifizi al nume del suo animale diletto; esplorazioni di vittime: sì che in conclusione, questo sovrano culto di Bacco è non solo il tema principale e santo, ma sicuramente il più replicato mille volte sopra i vasi dipinti, che da sì lungo tempo si vanno ritrovando nel nostro suolo. Intendo dire di quel Bacco primigenio dei misteri, del quale si narrava aver recato agli uo-
- ↑ Vedi tav. lxxxiv, 3., xcix. 2. 5. 6. 9. 15. 16. 17.
- ↑ Pausan. x. 19. conf. Vandale, de Oracul. p. 179. 571.
- ↑ Plutarch. de inscript. Et. T. ii. p. 388. 389.; Macrob. Sat. i. 18.; Arnob. iii. p. 119. Cum Liberum, Apollinem, Solem, unum esse contenditis numen.